Un' Abbazia Ricca e potente

La fondazione del cenobio è dovuta all'imperatore Ludovico II che nell'871 cosi intese sciogliere un voto. Costruita la parte che oggi costituisce la cripta, l'anno successivo, vi furono trasportate le reliquie di San Clemente papa. Dopo diverse traversie (il saccheggio saraceno del 920, la distruzione operata dal conte normanno Malmozzetto nel 1078) l'abate Grimoaldo intraprese la ricostruzione della chiesa che fu riconsacrata nel 1105. Ma le grandiose forme nelle quali ci è giunta si devono all'opera di Leonate che, tra il 1176 e il 1182, vi chiamò maestranze meridionali di grande livello che iniziarono l'opera di rifondazione, che poi fu conclusa sotto la reggenza di Joele. In quell'epoca San Clemente raggiunse una fama e una prosperità maggiori di Montecassino, tanto che la sua celebre Cronaca redatta dal monaco  Giovanni, alla fine del secolo XII, è uno dei principali documenti della storia d'Italia 

Castiglione a Casauria

San Clemente (Castiglione a Casauria - Pescara)


La chiesa, armoniosamente inserita nell'ambiente naturale circo- stante, mostra al visitatore il solenne prospetto del portico su cui si aprono tre archi di gusto borgognone. Ma dove la grande arte della decorazione benedettina esprime appieno i suoi caratteri è nella sequenza di ornamenti e figure che coprono gli archi e gli ingressi e che celebràno la potenza dell'abbazia. Prima di entrare nella grande sala è il caso di soffermarsi sulla antica porta di bronzo dorato che chiude l'entrata centrale. Eseguita attorno al 1191, la decorazione dei due battenti comprendeva, in origine, 72 lastre, di cui restano poco più che la metà. Su quindici lastre sono rappresentati i castelli e le torri merlate su cui l'abbazia di Casauria estendeva i suoi domini. Nella prima delle quattro formelle ornate è raffigurato l'imperatore Ludovico Il, fondatore del monastero, sulla seconda l'abate Joele, donatore della porta; sulle altre due un monaco in cocolla, le immagini dell'imperatore in piedi e dell'abate seduto sul trono, con la
mitra e il pastorale. Di notevole bellezza è il battente composto da un anello ritorto tra le fauci di un leone.

Le porte di bronzo di San Clemente a Casauria (sec. XII)
L'interno basilicale è a 3 navate, con pianta a croce latina. I! transetto, raccordato all'aula da alcuni gradoni, si conclude con una sola abside centrale. Lo spazio è scandito da una serie di pilastri e semi- colonne che sorreggono le arcate. La poderosa contrapposizione dei volumi è alleggerita dal loggiato ogivale di un oratorio in controfacciata e dalle doppie arcate a sesto acuto che ricadono su 8 pilastri di varia sezione. La luce piove dalle alte monofore a strombatura interna, aperte nella parte anteriore della nave centrale, il cui spazio è bipartito da una elegante cornice in pietra di gusto borgognone, poggiante su mensole a quarto di cerchio. L'arredo è costituito dal ciborio, dall'altare, dal cero pasquale e dall'ambone. Questi ultimi due sono di grande interesse artistico. Posti uno di fronte all'altro,a metà della navata centrale, i due elementi sono diversi per il materia- le usato, per la decorazione, per lo stile, infatti risalgono il primo agli inizi del '200, e il secondo al 1176 - 1182.

Facciata (sec.XII)
Destinato alla chiesa di un ricco monastero, l'ambone è decorato in modo sfarzoso, il fogliame che esce dalla gola di due serpenti avvolge la struttura come un fregio ed i rosoni hanno un'ampiezza e un rilievo magnifici. Tutto il campo superiore è riempito con i rami intrecciati di due arbusti. Davanti al leggio, di cui resta qualche frammento, stanno il leone accovacciato e l'aquila che regge tra gli artigli il libro aperto delle scritture. La lunga iscrizione in versi leonini che corre intorno al bordo contiene una esortazione di carattere religioso. Un distico inciso sul Iato del parapetto rivolto verso l'altare ricorda il monaco Giacomo, donatore dell'opera.
I! supporto del candelabro è una colonna di granito orientale, riutilizzata dalle rovine romane, come quelle della cripta. Ha per base un pezzo d'altare antico, mentre il capitello, tagliato in un blocco di marmo bianco, è un cesto liscio, circondato da larghe foglie incise da motivi dentellati. I! cero vero e proprio è una edicola a due piani, composta di due lanternoni esagonali, separati da un motivo vegeta- le. Ciascuno dei prismi di marmo era circondato da sei colonnette ritorte, destinate a portare una doppia corona di ceri, attorno a quel- lo centrale. Un nastro musivo decora le facce dei due prismi, gli spazi tra le colonnette, e l'abaco del grande capitello a uncino. Alla cripta, fortemente abbassata, si accede mediante due scale poste ai Iati del presbiterio. Si articola in 18 campate a cui è stato aggiunto il vano absidale. Le massicce volte a crociera sono sostenute da rocchi di colonne che, come le basi e i capitelli, casualmente assemblati, provengono da materiale romano di spoglio. L'ambiente è, in ogni
caso, il più antico del complesso ed, insieme al lapidario, conservato in un piccolo museo ricavato dai locali restanti del corpo abbaziale, documenta il contesto culturale da cui prese origine San Clemente.


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